martedì 4 settembre 2012

Ieri sera


Strano ma vero, ma per un giorno riesco ad arrivare a casa prima delle 18. Pomeriggio piovoso, solito traffico in giro. A casa accendo la tv mentre riordino un po’ e mi invento la cena. Una delle più azzeccate invenzioni televisive dell’ultimo decennio, secondo me, è la fascia prima del telegiornale: qualche programma di cucina per i poveri di idee, giochi a quiz contro la noia e un paio di telefilm abbastanza azzeccati. Naturalmente quelli che guardo io, li vede anche un pubblico che ha almeno dodici anni meno di me…ma insomma chissenefrega! Ormai la figura dell’omosessuale esiste in ogni buon film, fiction o serie che si rispetti. I tempi sono cambiati, il gay è stato sdoganato, vestito alla moda, reso leggermente più virile (finalmente) e schiaffato nelle storie con le sue ansie classiche ed i suoi momenti di felicità, a riscatto di un percorso di vita tortuoso e delicato (ma dai, l’avete scoperto adesso, cari autori televisivi?). Come diceva uno dei protagonisti di Dawson’s creek, “viviamo in un mondo post Will e Grace” (si vede che sono un patito di tutto quello che è in serie?)
Salvo però che ogni tanto ti imbatti in un prodotto meno stereotipato, più umano e alla fine guardarlo non ti dispiace. E capita che, tra la lavatrice da avviare e gli spinaci da scongelare, dall’episodio di oggi capti una domanda. “Come pensi a te stesso tra dieci anni?” Ed è proprio rivolta ad un ragazzo gay, che prima di rispondere chiude gli occhi ed immagina un ufficio, un compagno che è venuto a trovarlo al lavoro insieme al loro figlio adottivo. Un tenero bacio sulla porta, il bimbo che poi vuole salire in braccio. Potere del sogno americano.
Però non posso fare a meno di pensare che io questi sogni ad occhi aperti li faccio da tanto in realtà. Me lo immagino anche io un uomo da aspettare la sera.
Magari sul figlio sono un po’ dubbioso.
A costo di scandalizzare i più attivi sostenitori delle conquiste omosessuali, il tema dell’adozione mi lascia abbastanza perplesso. Non giudico due esseri umani dello stesso sesso incapaci di crescere ed educare un bambino. Anzi, dall’esperienza di due gay potrebbe scaturire una capacità di comprensione della diversità che non sempre è una caratteristica delle famiglie “tradizionali”. A preoccuparmi, è invece la limitatezza di noi esseri umani, che da piccoli abbiamo bisogno di due figure genitoriali necessariamente differenti. La mancanza di un padre o di una madre, vuoi a causa di una perdita, vuoi perché l’impostazione iniziale di quella famiglia non prevedeva la presenza di uno dei due, è pur sempre un ostacolo da superare per un minore alle prese con i suoi simili. Sappiamo tutti quanto i bambini possano essere sinceramente crudeli. Ma questa era solo una divagazione, non l’argomento principale. Quindi torniamo alle mie pippe mentali su un uomo da amare.
È solo una fantasia, quindi me lo sono sempre costruito nella testa a piacimento. Invariabilmente però è sempre abbastanza alto, moro, occhi chiari magari (ma non è una priorità), discretamente villoso, definito ma non troppo. Ma queste sono variabili. Quello che conta è che me lo immagino sempre di ritorno dal lavoro, o mentre mi fa una chiamata veloce per sentire dove sono, che sto facendo. Me lo immagino che guida con me di fianco al ritorno da un pomeriggio insieme, o attorno a un tavolo durante una domenica a pranzo con gli amici.
Penso che in fondo siano le favole che ci raccontiamo tutti; immaginiamo che lui abbia occhi solo per noi, che ci lanci uno sguardo di complicità. Sentiamo le sue mani e non ci vuole molto ad immaginare il timbro della sua voce, il suo ciuffo spettinato la mattina, appena sveglio. Maledetta mente che non riposi mai. Maledetto cuore che non sei fatto per la solitudine.
Potrai essere moro, non so. Alto, simpatico, sportivo: non so nemmeno questo. Quello che so è che voglio innamorarmi di te.
Sarai tu a decidere se amarmi. Per adesso voglio solo incontrarti.

2 commenti:

  1. Sono il primo a commentare questo blog yeah! XD
    Comunque ho riconosciuto il telefilm è Glee *_*
    Quando Kurt in ospedale fa quella domanda a Karofsky, quell'episodio è bellissimo *-*

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  2. Bravissimo Vinciavil ! :-) e grazie per essere il mio primo commentatore ufficiale!spero ti faccia piacere continuare a seguirmi!
    Autopubblicità a parte,trovo Glee il serial più anticonvenzionale degli ultimi tempi!Forse è proprio il momento di iniziare a sperare di poter vivere in un mondo "post Will e Grace"!

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