Mai provato prima di allora, di
quella sera di marzo.
Primi mesi dopo la laurea.
Stasera non c’è allenamento. Di leggere non ho voglia. In tv niente di decente.
Il pensiero mi ronza in mente già
da un po’. Abbastanza riluttante, accendo il computer ed il modem. Aspetto che
la connessione sia attiva. Il sito l’ho
già sbirciato qualche volta, senza avere il coraggio di iscrivermi. È dedicato
esplicitamente al mondo gay e nella barra in alto lampeggia invitante la
scritta “entra in chat”. Sarebbe la prima volta per me. Non è il momento di
scappare, né di fare il timido. In pochi minuti completo l’ iscrizione:
inserisco i miei dati fisici e anagrafici. Mi viene chiesta una foto del
profilo. Non voglio apparire, troppo presto per metterci la faccia. Scelgo dal
web un’immagine significativa: Batman bacia appassionatamente Robin…figo! La
scarico e la piazzo sotto il mio nick name. Ancora qualche istante e…ci sono!
Sono in chat. Girovago qualche minuto tra i profili altrui. Qualcuno porta la
dicitura “Roma”. Ma non ce la faccio. Sto ancora troppo comodamente nascosto
dietro i due supereroi che si baciano.
Finchè sullo schermo non compare
un ragazzo. Ha un paio d’anni più di me, è di Roma. Lui la foto l’ha messa…moro,
sguardo penetrante. Non è male, mi dico, E non faccio in tempo, perché lui già mi
scrive:
-
Ciao
-
Ciao (che stupido, ho un mezzo groppo in
gola…addirittura uno che mi scrive!)
Solite (l’avrei scoperto dopo)
formalità da chat…come va? Come ti chiami?che fai nella vita?
Lui è Patrizio, vive a Roma da
solo. Mi racconta un po’ di sé, della sua famiglia, della sua passione per la
filosofia e per le discipline orientali. Scopro le sue idee politiche (meno
male che è di sinistra), la sua passione per i dolci.
Mi chiede di me. Gli interessa
sapere di cosa mi occupo, quali sono le mie aspettative per i primi mesi da laureato. È simpatico,
cordiale. Non me ne accorgo ed è quasi mezzanotte. Sto bene a parlare con lui.
Nel frattempo qualche altra finestra compare sul monitor, Qualcuna mi chiede
persino se voglio “sex” o se sono “a” o” p”. Chiedo a Patrizio. Dice che è
normale, che anzi lui stesso qualche sera si è trovato a cercare del sesso in
chat. Una stravaganza che gli perdono, perché sono invaghito del suo buon
italiano e del suo essere cortese.
L’una di notte. Continuiamo
ancora per un po’, poi è ora di chiudere per entrambi. Sono stanco, ma mi
dispiace lasciarlo. Gli chiedo se domani sera ci sarà di nuovo:
-
Certo
-
Allora aspettami, può darsi che mi colleghi sul
tardi, dopo l’allenamento!
-
No problem! J
-
Allora a domani Patrizio
-
‘Notte bello
-
Buona notte a te!
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